martedì 2 dicembre 2008
Un portavoce della Commissione Europea dichiara chiuso il contenzioso con l'Italia dopo che il governo ha ribadito che sull'Iva al 20% per le pay tv non si torna indietro. Ieri Tremonti aveva spiegato che si trattava già di un impegno preso da Prodi.
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«A questo punto il caso è chiuso». Lo ha detto oggi un portavoce della Commissione Ue in relazione alla procedura avviata da Bruxelles con l'Italia a proposito delle aliquote Iva applicati ad alcuni servizi televisivi. «Nel momento in cui le autorità ammettono che c'è un problema e informano che hanno preso una decisione per porvi rimedio il caso è chiuso», ha detto la portavoce. L'annuncio segue l'intervento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ieri sera aveva ribadito che per l'Iva sulle Tv a pagamento al 20 «il governo non torna indietro». Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lasciando Tirana, precisava così la sua posizione sul 'caso Sky'. «Non torniamo indietro, nemmeno per sogno - dice Berlusconi - Dove troviamo i soldi per fare tutto quello che abbiamo fatto? Quindi resta il fatto ed è abolito il privilegio di Sky. «Io ho detto testualmente - ha aggiunto Berlusconi tornando sulle parole pronunciate ieri mattina - che se la sinistra fosse seria dovrebbe insistere, per ottenere che per Sky si ritorni alla condizione di privilegio precedente, passare cioè dal 20% al 10% dell'Iva». Ma «l'alternativa - ha proseguito - era di riportare l'Iva di tutti gli audiovisivi, Mediaset compresa, al 10%: quindi Tremonti ha rimediato a un privilegio indebito nei confronti di Sky. Io non c'entravo niente e la sinistra si è appalesata per quella che è».Tremonti: era un accordo tra Ue e Prodi. È stata l'Europa che ha chiesto all'Italia un allineamento dell'Iva sui servizi televisivi a pagamento, pena l'avvio di una procedura di infrazione. L'innalzamento al 20% dell'Iva sugli abbonamenti Sky risponde a questa esigenza, poichè sugli altri servizi televisivi a pagamento già si applica il 20%. È quanto ha spiegato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della conferenza stampa al termine dell'Ecofin. «L'alternativa era: portare tutti al 20, o portare tutti al 10. Quest'ultima ipotesi - ha detto Tremonti - avrebbe comportato il rimborso a tutti coloro che finora hanno pagato il 20%». Il ministro ha fatto riferimento ai servizi tv Premium, che si acquistano attraverso la tessera e sono prodotti da Mediaset. Su questi l'aliquota è del 20%.Tremonti ha spiegato che «secondo la giurisprudenza e la prassi europea, dato un certo servizio, l'aliquota iva non può che essere unica». Il nostro Paese è stato minacciato di avvio di procedura di infrazione se non avesse provveduto ad uniformare le aliquiote per i servizi televisivi a pagamento. I prodotti interessati sono gli abbonamenti a Sky, i servizi pay-per view, comprendenti sia il digitale terrestre che la tv on demand. La contestazione dell'Europa riguarda «l'assoggettamento ad aliquita ridotta (1'%, ndr) esclusivamente dei servizi fruibili per abbonamento», ossia Sky, mentre sui servizi pay-per-view viene già applicata l'aliquita del 20%.Tremonti ha distribuito un dossier che testimonia il carteggio tra gli organi dell'Unione europea e il governo italiano che risale al gennaio 2008. Con una lettera del 29 gennaio 2008 alla rappresentanza permanente dell'Italia presso l'Unione europea, il governo italiano si impegnava ad «allineare al più presto» l'aliquota iva per tutti i servizi. «L'impegno è stato assunto durante il governo Prodi e il termine per il riallineamente scadeva in questi giorni - ha sottolineato Tremonti - se non avessimo provveduto sarebbe partita la procedura d'infrazione». Non c'era altra scelta, quindi, che unifornare l'aliquota e «l'alternativa era: portare tutti al 10%, oppure tutti al 20%. Abbiamo deciso di portare tutti al 20%».
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